Tappa VF 42 / 43 parte prima

  • Partenza: Vetralla (loc. Botte)
  • Arrivo: Sutri (quasi Monterosi)
  • Km percorsi: 25
  • Tempo percorrenza: 9 h con le pause
  • Difficoltà: media
  • Meteo: soleggiato, nuvolo, pioggia

La tappa di oggi è stata inaspettatamente varia, variopinta e variegata ( in senso quasi sempre positivo).

Partiamo già circa 4 km in vantaggio (viso che li abbiamo smazzati ieri) rispetto alla tappa originale segnata sulla guida. Stiamo bene sia fisicamente che mentalmente, siamo pronti per arrivare a Sutri (fine tappa) per pranzo e magari andare anche in po’ più in là, se ce la sentiamo.

La mattina è stranamente calda e soleggiata, si parte in maniche corte! La prima parte della tappa attraversa un bellissimo bosco, con viale ampio che ci permette di ammirare in tutta la loro grandezza gli alberi che ci circondano. Gli uccellini ci fanno compagnia, il sole filtra tra le foglie, è tutto molto Disneyano 🙂

(notare Rocco baciato dal sole, o meglio le sue chiappette bianche baciate dal sole)

Usciti dal bosco attraversiamo la trafficata Cassia, che proprio non ne può fare a meno di essere sempre presente nel percorso… Dall’altra parte della strada iniziano distese di alberi da frutto, che solo dopo un po’ di cammino capiamo essere noccioleti. Il sentiero è davvero gradevole, reso ancora più piacevole dal sole mattutino, non troppo caldo e che asciuga l’umidità della notte. I noccioleti intorno a noi si estendono a perdita d’occhio! Che poi scusate, ma chi ha mai sentito parlare Delle nocciole del Lazio? Io mai…

In mezzo a questo labirinto ordinato di alberi da frutto, spuntano d’improvviso una torre diroccata, e subito dopo un’altra: sono le torri d’Orlando, monumenti funerari Etruschi, o quel che ne rimane. Affascinanti e allo stesso fuori luogo in un contesto come quello attuale, ci si sente molto piccoli pensando che questi colossi stanno resistendo, in un modo o nell’altro, secolo dopo secolo.

Qualche foto di rito, e la nostra tappa prosegue sempre in falso piano per strade bianche che costeggiano quelli che sembrano villoni e/o parchi per super ricchi, viste le recinzioni e gli alberi super curati al loro interno.

Il cielo, guarda caso, si sta rannuvolando… Noi nel frattempo arriviamo nel simpaticissimo borgo di Capranica, che la guida descrive come “grazioso borgo”, ma vi assicuro che non c’è nulla da vedere ( non me ne vogliano i capranicini, capranichesi, insomma gli autoctoni).

(Un pellegrino per le strade del borgo di Capranica)

Giusto il tempo di un caffè e inizia a piovere. Ormai facciamo tutto in automatico : Rain cover zaino – k way – berretto – capppottina Rocco. E si riparte.

Entriamo, dopo una salita a che ti mozza le gambe, in un altro bosco, questa volta bello fitto, ma quando dico fitto intendo fitto fitto!

Sembra di essere in un altro mondo rispetto ai frutteti di poco fa: ora piove, siamo in un bosco mooolto umido e con vegetazione da sottobosco e zone paludose. Alberi altissimi e super muschiati, felci e tronchi caduti ci accolgono e ci accompagnano per tutto il tempo. Il sentiero costeggia un fiumiciattolo che diventa fiume. Ci sentiamo un po’ in Jurassic Park, un po’ in Indiana Jones, un po’ Tomb Raider: ponti improvvisati fatti con alberi caduti, grandi liane che scendono da piante cresciute su rocce di tufo, rumori di uccelli e altri animali decisamente non di taglia piccola. Tasso di umidità da fare orgoglio alla foresta pluviale…

Come sempre c’è chi si sta divertendo, chi impreca per l’ennesimo ponte sbilenco da attraversare, chi cammina in silenzio annusando tutto intorno: indovinate chi sono io, chi Fabio e chi Rocco?

Magicamente siamo in una radura più aperta, il bosco è alle nostre spalle.Ci separano 3 km da Sutri. La fame inizia a farsi sentire, nel bosco l’andatura da tenere era per forza di cose più lenta, quindi bisogna accelerare un poco se vogliamo trovare qualcosa di aperto.

Il paesino è arroccato come gli ultimi toccati, questo vuol dire sempre e solo una cosa: arrivare in salita (li mortacci… ).

(Un pellegrino e il suo cane cattivo prendono prepotentemente possesso della piazza centrale del paese)

Sutrii! La piazza centrale con la sua fontana è davvero carina, troviamo una trattoria dove mangiano una pasta fatta a mano (rigorosamente lunga) davvero ottima (per andare sul sicuro, una carbonara e un’amatriciana).

A stomaco pieno (e a cielo quasi sereno) decidiamo di continuare il cammino che sarebbe finito per oggi, per accorciare la lunga tappa di domani. Trovo un b&b a 6 km circa da Sutri, sulla strada per domani. A conti fatti in questo modo oggi faremo 25km e domani “solo” 18km.

Sono ormai le 15 quando riprendiamo il cammino, un po’ più stanchi del previsto. Usciti da Sutri attraversiamo un’area archeologica etrusca davvero unica, con tanto di anfiteatro scavato nel tufo e una necropoli ben conservata e molto affascinante. La tappa di oggi sta regalando davvero scenari molto diversi tra loro, pazzesco!

L’entusiamo ahimé dura poco: per circa 2 km cammineremo su strada molto trafficata, che Rocco odia profondamente essendo terrorizzato dai camion e auto rumorose. Poi è un lento trascinarsi fino alla meta, il paesaggio anonimo e sempre uguale non ci agevola le cose.

Arrivati (finalmente) quasi a destinazione, il proprietario del b&b ci viene a prendere in macchina, risparmiandoci 2 km di Cassia ( grazie sig Rino!). Sono le 1730 e siamo talmente stanchi che quasi non abbiamo voglia di cenare , non che il menù metta fame: pasta all’olio e un pezzo di pizza comprato stamattina.

Domani ci aspetta un’altra tappa abbastanza impegnativa, speriamo il sacrificio di oggi sia servito a renderla più leggera.

Roma ormai è alle porte…ma non vogliamo pensarci ancora, e allo stesso tempo non vediamo l’ora di arrivare!